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lunedì 15 maggio 2017

Come nasce l'idea



Progetto “Un Mondo di Bene”

Esperienza di solidarietà in Africa


Finalità


«C’è chi sogna di diventare calciatore o astronauta, c’è chi sogna di sistemarsi nella società o di distinguersi, c’è chi sogna una bella macchina, chi una bella donna. Noi sogniamo di poter fare un’esperienza tanto intensa, da cambiarci la vita». A parlare sono gli studenti del Liceo “Tedone” di Ruvo di Puglia che il 24 luglio sono partiti per l’Africa per diventare assistenti, infermieri e docenti nello Zambia, in collaborazione con la Nunziatura apostolica, l’UNICEF e le organizzazioni di assistenza, operanti sul posto.


«Noi - dicono gli studenti - saremo impegnati in orfanotrofi, cliniche per malati di AIDS, centri per la gioventù, attività di sviluppo (comunicazioni, agricoltura, istruzione). Siamo figli di una società che reputa noi giovani inerti di fronte ai grandi problemi e discussioni, privi d’ogni valore, trascinati dall’onda del relativismo, impegnati esclusivamente nell’organizzazione del sabato sera a base di alcool e stupefacenti.» La voglia d’essere protagonisti nell’assistenza, di fare esperienza di sacrificio e lavoro umanitario, di rinuncia agli agi della nostra società per conoscere il vero volto della sofferenza e della fame, sono le motivazioni che hanno spinto il gruppo ad impegnarsi nel Progetto, sicuri che ci sarà un ritorno concreto per l’intera scuola e per tante famiglie.
"L’intento di questo progetto - aggiungono i ragazzi - è quello di motivarci, di spingerci oltre le mura della nostra stanza, impegnati solo ad essere dono per l’altro. Questa esperienza non riguarderà solo noi partecipanti. Generalmente i giovani che fanno esperienze di volontariato, quando tornano a casa, si fanno essi stessi promotori di iniziative di solidarietà. Sarà affermata una nuova mentalità di “giovane in giovane”, nuove motivazioni per uscire dal torpore ed essere attivi cittadini del mondo».

Obiettivi

Gli obiettivi specifici del Progetto si possono così riassumere:
o Motivare i giovani, spesso accusati di bullismo, devianze ed assenza di valori, alla solidarietà ed all'impegno sociale, come strategia per la ricerca di se stessi e dei valori condivisi
o Sensibilizzare gli alunni ai temi della solidarietà e degli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
o Offrire loro un’occasione di maturazione personale e di crescita umana forte, di fronte alla povertà e all’indigenza conosciute direttamente e sperimentate da vicino
o Arricchire la loro cultura attraverso la conoscenza di un territorio diverso (flora, fauna, astronomia ecc.)
o Favorire l’osservazione antropologica (costumi, usanze, tradizioni, cultura, civiltà)
o Affinare le competenze della lingua inglese (in Zambia la lingua ufficiale è l’inglese che viene adoperata da tutti con discreta precisione; gli alunni sono stati costretti ad esprimersi nella lingua ufficiale e ciò è servito anche a migliorare le competenze di comunicazione).

Organizzazione

Il progetto ha avuto una lunga elaborazione durata un anno ed è il risultato di una collaborazione tra il Liceo Tedone ed il Nunzio Apostolico, Mons. Nicola Girasoli, ambasciatore del Vaticano in Zambia e Malawi. L’idea ha preso corpo già nell’incontro dell’aprile 2006 tenutosi nell’auditorium del Liceo “Tedone” quando il neo ambasciatore parlò di alcune iniziative di solidarietà che si stavano svolgendo nelle nazioni che gli erano state da poco affidate quale nunzio apostolico. Tali iniziative avevano come protagonisti giovani del nord Europa ed alcuni giovani del nord Italia; nessuna partecipazione di scuole né italiane né straniere. Il Dirigente Scolastico, alcuni docenti e gli alunni, pensarono di investire in una iniziativa di volontariato e solidarietà, come esperienza di coronamento dell’attività formativa che la scuola va svolgendo all’interno delle mura scolastiche e per il territorio. L’istituzione scolastica infatti opera già nel sociale, anche in considerazione della sua funzione di CRIT (Centro Risorse Interculturale Territoriale), e vuole pertanto favorire tutte le esperienze positive di crescita sociale e personale degli alunni. Siamo convinti in effetti che l’entusiasmo e la carica di umanità che i giovani custodiscono possano esplodere in maniera forte quando si fa esperienza di aiuto ai deboli ed ai bisognosi.
Con questa iniziativa il “Tedone” ha inteso allargare ancor più gli orizzonti formativi e di esperienze di vita dei propri alunni, completando anche il panorama di attività del Progetto “Uomo, Mondo, Pace” che ha istituito una rete di collaborazione con le scuole della Puglia, del Veneto e dell’Albania. Le iniziative sono a difesa dei valori della pace e per la condivisione dei temi della solidarietà ed interculturalità. Lo stesso Progetto prevede annualmente numerose iniziative di aiuto alle popolazioni con viaggi in zone della povertà e della indigenza.
Con il Progetto “Un Mondo di Bene” il Liceo ha inteso pure rafforzare il progetto solidarietà che si sviluppa a scuola nel periodo natalizio e che consiste nella raccolta di fondi da inviare a centri di assistenza nei paesi della povertà. Questa volta si è pensato di mettere in contatto diretto gli alunni con i luoghi del bisogno. Anche l’altro progetto della scuola “Integration”, consistente in una serie di interventi per favorire l’inserimento degli stranieri, può ritenersi coerente con la finalità di allargare gli orizzonti formativi degli alunni.
Sul piano organizzativo merita una particolare sottolineatura la quotidiana “Corrispondenza da Lusaka” che il gruppo ha assicurato a tutti gli interessati garantendo un continuo aggiornamento sugli sviluppi del Progetto. Sia i comunicati, che le foto inserite nella documentazione, hanno garantito ogni giorno un “file rouge” tra il gruppo ed i genitori, la scuola, gli amici e le persone interessate al progetto. Il sito web del Liceo è stato letteralmente intasato per i continui accessi che hanno reso possibile l’amplificazione del progetto e ha dato la possibilità di vivere l’esperienza in forma di partecipazione diretta da parte di tantissime persone.
Ancora da sottolineare, per l’aspetto organizzativo, gli incontri serali nel periodo di permanenza in Zambia, durante la cena e dopo cena, per ritagliare momenti di bilancio e di confronto sulle esperienze quotidiane di ogni gruppo. Dalle valutazioni e riflessioni si sono ricavati orientamenti e correzioni rispetto alle esperienze fatte. Anche la stesura del rapporto quotidiano da inserire sul sito del Liceo ha offerto la possibilità di monitorare il Progetto in corso d’opera. Anche in fase di preparazione ci sono stati a scuola sei incontri organizzativi per preparare il progetto con il gruppo ed affrontare tutti gli aspetti dell’iniziativa sia dal punto di vista della sistemazione, che dal punto di vista formativo che per gli aspetti medici e climatici.

Sviluppo


Il giorno 24 luglio è iniziato il viaggio con destinazione Lusaka e si è concluso il 15 Agosto con il rientro a Roma. Il gruppo si è adeguatamente preparato sia per le comunicazioni (conoscenza della lingua inglese), sia per l’aspetto sanitario con le vaccinazioni di rito, sia per i problemi di inserimento ed assistenza in zone fortemente depresse ed a rischio.
I partecipanti al Progetto “UN MONDO DI BENE” sono stati dieci alunni impegnati in gruppi di due secondo il programma iniziale e cioè: Francesco Caputi Iambrenghi e Annalisa Martinelli, presso Uffici Nazioni Unite di Lusaka (UNICEF); Anna Boccaccio e Mazzone Rosa, presso City of Hope – Progetto Suore Figlie di Maria Ausiliatrice; Caldarola Maria Antonietta e Catalano Valentina, presso Clinica di Chilanga –Settore pediatrico, progetto Suore di San Carlo Borromeo; Di Grumo Davide e Maino Claudio, progetto Community San Lorenzo di Kabwata (Lusaka Centro) dei Padri Missionari d’Africa, Ospedale Italo-Zambiano di Lusaka; Rutigliano Mary e Grassitelli Luca, presso Orfanotrofio e Clinica Suore Madre Teresa di Calcutta.
Ha coordinato il Gruppo il Dirigente Scolastico Prof. Biagio Pellegrini che è stato sempre presente fra i giovani dalla partenza fino al rientro in sede.
Il gruppo ha dimostrato entusiasmo e senso di responsabilità (non disgiunta da un certo spirito di ilarità) sin dalla partenza. Il viaggio, lungo e faticoso in quanto ha impegnato una intera notte e metà giornata del 25, ha visto i ragazzi molto partecipi e curiosi, tranne qualcuno che ha dormito anche in condizioni poco adatte. All’arrivo l’impeccabile Monsignore ha semplificato tutte le procedure facendoci driblare le barriere di controllo e conducendoci all’uscita dalla porta riservata ai diplomatici: unico problema la mancata riconsegna della madonnina (nostra grande preoccupazione e responsabilità) e l’assenza di una valigetta: entrambe recuperate il giorno successivo.
Dopo i primi momenti di ambientazione ed assegnazione delle camere, ci siamo ritrovati per la conoscenza della nunziatura e del personale. L’incontro con Zambia c’e’ stato subito dopo, attraverso una conversazione interessante, con due docenti di Lusaka che hanno presentato la società e la cultura locale. E’ emerso che la rassegnazione ed il fatalismo, insieme alla superstizione dominano la cultura e la civiltà di Zambia. Ci sono ancora stregoni e credenze popolari che fanno pensare che violentare un bambino serve a curare l’AIDS.
La cena ha visto il gruppo ricomporsi e stendere il programma del giorno successivo con la divisione dei compiti e delle attività.
Grande imbarazzo da parte di tutti per l’accoglienza nella sala da pranzo della nunziatura dove ci siamo seduti intorno ad una grande tavola che sembrava una cena di ambasciatori, Don Nicola a capotavola da una parte ed il preside dall’altra, serviti da due disponibilissimi giovani che fanno anche da cuochi.
Stanchi della giornata siamo andati subito a dormire, le ragazze in stanze da due in nunziatura, i ragazzi in una sede vicina alla nunziatura che e’ annessa ad un ospedale di cura per problemi di ortopedia.
Il giorno 26 mercoledì inizia l’attività di volontariato. Accompagnati i ragazzi alle rispettive destinazioni i gruppi svolgono le azioni previste iniziando l’inserimento nelle diverse sedi.
In mattinata il preside e don Nicola fanno una visita sia alla sede dell’Unicef che all’ospedale gestito dalle suore di Madre Teresa di Calcutta.
All’Unicef l’accoglienza e’ quella prevista per gli uffici ONU, con sistemi di sicurezza e procedure di accesso molto controllate. Ci accoglie l’ambasciatrice che spiega i compiti dell’Unicef ed i settori di studio ed intervento in Zambia. Fra l’altro c’è stato spiegato che se si riuscisse a far comprendere l’importanza dell’igiene personale (per esempio lavarsi le mani prima di iniziare a mangiare) si ridurrebbe del 40% la mortalita’ e si alzerebbe l’età media della popolazione che attualmente e’ intorno ai 35 anni. L’inglese perfetto e spedito non ha creato problemi a Francesco, ma qualche piccola incertezza in Annalisa e nel preside. Piu’ forte l’impatto nell’ospedale di madre Teresa dove ci sono bambini abbandonati e ammalati di Aids e persone adulte divise in due settori: settore maschile e settore femminile. La sistemazione in due cameroni a piano terra prevede per ognuna delle due sezioni una zona piu’ ampia con una quarantina di letti tutti accostati, ed una seconda zona piu’ piccola per i malati terminali.
L’impatto con la situazione e’ stato duro in quanto c’erano moribondi che sono deceduti subito dopo (quattro nel corso della giornata). Luca ha trascorso nove ore cercando di essere utile in qualche modo ed aiutando tutti i bisognosi anche per la pulizia ed il sostegno fisico. Stessa situazione per Mary Rutigliano, anche se meno dura perché ha potuto dedicarsi ai giochi con i bambini, intrattenendoli e cantando con loro. Molto imbarazzante e problematico il dover respingere i bambini che chiedono di essere presi tutti in braccio, altrimenti si creano dipendenze che non possono essere estese a tutti. C’erano bambini anche di pochi giorni di vita che erano stati abbandonati dietro la porta di ingresso dell’istituto.
Anna e Rosa hanno trascorso la giornata presso City of Hope, tenuto dalle suore Figlie di Maria Ausiliatrice, socializzando e giocando con le ragazze che sono in istituto per seguire la scuola e cercare di educare sia bambini e ragazze orfani che per prevenire forme di distrazione legate alla permanenza in strada; purtroppo nella prima giornata non ci sono state attività molto importanti perché gli alunni erano impegnati negli esami, tuttavia e’ stata utile per la conoscenza della sede, per familiarizzare con la realtà dell’Istituto e per avviare una socializzazione con gli ospiti della sede.
Alquanto limitata l’esperienza e l’attività di Mary Caldarola e di Valentinia ospitate dalla clinica di Chilanga che ha un settore pediatrico con pochi bambini (generalmente malati terminali di AIDS) con molta assistenza esterna. La giornata delle nostre ragazze si e’ limitata ad osservare la cura e l’assistenza ai bambini ricoverati ed a piccoli lavori di farmacia. Dal secondo giorno di attività, dopo una attenta valutazione delle possibilità operative, Mary e Valentina sono state aggregate all’assistenza presso la sede di Madre Teresa di Calcutta, con Luca e Mary Rutigliano
Davide e Claudio hanno avuto un’altra esperienza forte nel Progetto Community San Lorenzo di Kabwata che fornisce assistenza a bambini ed adulti che vivono in situazione di grande precarietà, con strutture e mezzi fatiscenti. Le scuole sono all’aperto e senza strumenti didattici: anche i docenti, pur volenterosi, mancando di competenze didattiche, si limitano a trattenere i bambini insegnando loro la matematica ed un po’ di inglese. Nei dintorni vivono famiglie molto povere che abitano in tuguri mal ridotti con frequenti disagi per chi ci abita, spesso affetti da TBC, malaria e Aids.
Nell’incontro serale del 26 luglio abbiamo fatto il punto della situazione scambiandoci impressioni ed informazioni sulle esperienze vissute dai cinque gruppi e dai singoli soggeti del Progetto. E’ stato da tutti confermato il valore positivo dell’esperienza, che i giovani hanno affrontato con molta partecipazione, ma è anche emersa l’opportunità di procedere a qualche piccolo aggiustamento per la migliore riuscita dei singoli nuclei del Progetto.
Per favorire una migliore sicurezza nella lingua si e’ ritenuto opportuno per una intera settimana far operare Annalisa presso l’orfanotrofio “Kasisi” a 40 km dalla Nunziatura e di fare una piccola esperienza anche presso City of Hope per poi ritornare agli Uffici dell’ONU dopo una settimana, per un inserimanto di valida portata.
Francesco è stato avviato, nell’ambito di un progetto Onu, alla collaborazione con un animatore che opera in diversi punti di aggregazione per formare artisti di strada e far apprendere le tecniche di spettacoli sia teatrali che musicali. Ha avuto modo così di seguire diversi progetti e fare esperienza di animazione in situazioni molto difficili.
La cronaca dettagliata delle attività dei gruppi di attività si può anche ricavare dalla quotidiana “Corrispondenza da Lusaka” inserita nel sito del liceo e dalle numerosissime foto relative alle diverse esperienze.


Sostegni

Il gruppo, nonostante gli aiuti di Enti e privati, ha dovuto tassarsi per sostenere i costi del viaggio, mentre è stato garantito in loco il vitto e l’alloggio dalla Nunziatura e dalle strutture ospitanti. Determinante quindi è stata la collaborazione del Nunzio Apostolico Mons. Nicola Girasoli, mentre la Regione Puglia ci ha concesso il Patrocinio dell’Assessore al Diritto allo Studio.
Contributi finanziari sono stati erogati da Enti e privati per consentire la realizzazione della spedizione.
Fra i principali sostenitori della iniziativa riportiamo i seguenti:
· PRESIDENZA GIUNTA REGIONALE – REGIONE PUGLIA
· SINDACATI ARTIGIANI – Ruvo di Puglia
· CARITAS diocesi Ruvo-Molfetta
· Progetto SOLIDARIETA’ Liceo Scientifico “O. Tedone” - Ruvo
· EUROMEDICAL - Potenza
· MULTISERVICE di De Palo Angela - Terlizzi
· Dipendenti CASILLO – Corato
· CAFE’ Argo – Ruvo di Puglia
· BUONOCORE Marco – Como
· MOLINO CASILLO –Corato
· Parrocchiani SANTA MARIA GRECA – Corato
· Parrocchia SANTA MARIA STELLA – Terlizzi
· COMUNE DI CORATO
· COMUNE DI TERLIZZI
· Gruppo SCOUT – Terlizzi
· MORFINI Viaggi Bari

Fondi e risorse

Per far fronte ai costi della spedizione ci si è avvalsi di contributi volontari dei partecipanti che si sono tassati direttamente, impegnando quindi risorse economiche personali in aggiunta all’opera di assistenza- I partecipanti hanno contribuito in maniera differente, secondo le proprie disponibilità (da un minimo di € 300 ad un massimo di 900) formando così una cassa comune di contribuzione; fra gli Enti il contributo maggiore è stato quello del Progetto “Solidarietà” del Liceo Tedone. Il costo totale del Progetto (a parte i costi di accoglienza e sistemazione con vitto ed alloggio a Lusaka, assicurati dalla Nunziatura) è stato di € 13.455,14, cui si è fatto fronte con € 8.100,14 ricavati con le sottoscrizioni ed € 5.355 di contributi volontari dei partecipanti.

Attività di conoscenza del territorio
Il gruppo ha avuto anche la possibilità di sviluppare una discreta conoscenza del territorio che è servita anche a dare una cornice migliore alla valutazione della iniziativa assistenziale. Le principali mete sono le seguenti:
25 Luglio - Incontro con Mrs Musonda Chizinga e Mrs.Brigitte Banda per una prima conoscenza di Zambia
27 Luglio - Visita al Parco Privato “Protea”
29 Luglio - Livingston Cascate di Victoria
2 Agosto - Visita all’Orfanotrofio di Kasisi e cerimonia di consegna e benedizione della Statua del Madonna, donata dalla Parrocchia di San Domenico di Ruvo
4 Agosto - Visita Mwangwa Farm, in localita` Chisamba, gestita dalla Famiglia Burton
5 Agosto - Chirundu Visita al Parco Nazionale Zambesi (con escursione in barca)
5 Agosto - Chirundu Visita dell’ospedale italiano “Mtendere”, gestito e finanziato dalla diocesi di Milano
8 Agosto - Spettacolo di danze e musiche zambiane, da parte del gruppo "Zuba ni moto"
11 Agosto - Chibombo: inaugurazione nuova parrocchia; familiarizzazione con il villaggio e visita della Cockrodile Farm a Kalimba
12 Agosto - Parco Nazionale di Kafue –Safari fino a notte.


Incontri ufficiali

· 5 Agosto Ricevimento presso la sede ONU di Lusaka da parte dell’ambasciatrice Lotta Sylwander
· 7 Agosto Ricevimento presso la sede del giornale “TIMES of Zambia” testata nazionale e visita delle sale di elaborazione e redazione
· 9 Agosto Ricevimento presso l’Ambasciata d’Italia in Zambia da parte dell’ambasciatore Dr. Giovanni Ceruti
· 10 Agosto Ricevimento presso la sede centrale della Banca di Zambia da parte del Governatore Dr. Caleb M Fundanga

Documentazione

L’iniziativa ha avuto molto risalto sulla stampa locale e nazionale. Fra questi citiamo i seguenti:
· Articolo in seconda pagina del giornale “TIMES of Zambia”, testata nazionale, il giorno 8 Agosto 2007
· Articoli su “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” alle date seguenti:
· 6 febbraio 2007
· 15 febbraio 2007
· 3 marzo 2007
· 8 luglio 2007
· 24 lugio 2007
· 5 agosto 2007
· 10 agosto 2007
· 21 agosto 2007
· 26 agosto 2007

· Articolo su “LA NUOVA Città” Luglio-Agosto 2007
· Articolo su “Il Notiziario” di Corato del 4 Maggio 2007
· News siti internet:
· Aggiornamenti quotidiani sul sito del Liceo 

· 3 maggio 2007


Conclusione

Eravamo partiti con l’idea di un viaggio particolare, diverso dagli altri perché non turistico, ma motivato dalla volontà di conoscere l’altro mondo, quello del sud del mondo, della malaria e della fame; abbiamo riportato immagini e ricordi segnati in maniera indelebile nei nostri occhi e nella nostra mente.
La globalizzazione “virtuale”, di cui tanto si parla, ci riporta un mondo falso in quanto fatto di brandelli di realtà, fotogrammi che scompaiono subito dopo, incalzati da altre immagini, e si ha l’impressione che tutto sia durato un minuto. Il mondo globalizzato ci parla di moda, di musica, di vip, di sport, di tecnologia, di film … e lascia in ombra i problemi della distribuzione ineguale della ricchezza, dei bambini che non hanno da mangiare, dei malati che sono trasportati in ospedale (non pensate ai nostri, ma immaginate tuguri privi di ogni confort e con pavimenti in terra battuta) con la carriola per assenza di autoambulanze e mezzi di trasporto. Questo abbiamo visto con i nostri occhi e abbiamo impresso nei ricordi.
Tutto questo in una cornice di contraddizioni e forti differenze: grattacieli (pochi) che hanno alle spalle baraccopoli sudice ed invivibili, dove si muore per strada e si cucinano topi; si conserva l’acqua acquistata con la tanica per farla durare una settimana, utilizzandola più volte per lavare e bere; dove il cibo è ridotto a polpette di cereali che durano diversi giorni; dove i bambini che nascono non hanno prospettive di vita certa o almeno ai livelli minimi di esistenza, e dove si muore a 2 e a 10 o 19 anni, di malaria, AIDS e tubercolosi per la mancanza di cure e medicinali.
Il volto della miseria e del sottosviluppo convive tuttavia con l’opulenza di pochi, noncuranti dei gravi problemi del paese.
Nei villaggi la vita è ferma ai livelli di economia naturale, dove si mangiano i prodotti della terra e si passano i giorni a guardare l’orizzonte, in una condizione che richiama il “mito della caverna”: essere convinti che l’unico mondo possibile è quello della realtà che si vive nel villaggio, senza luce elettrica, televisione ed altri mezzi di comunicazione. Di contro sterminate savane, dove turisti occidentali effettuano safari, e lunghe distese di terra che potrebbero essere coltivate, ma che per assenza di meccanizzazione vengono lasciate incolte.
Al cospetto di questa realtà la nostra presenza, del tutto inadeguata rispetto alle urgenze inenarrabili, si è limitata a dimostrare affetto e solidarietà. I risultati quindi sono tutti a nostro beneficio, in quanto abbiamo abituato i ragazzi a riflettere e far riflettere e convincersi che non è vero che … “tutto il mondo è paese”!
Gli obiettivi del progetto sono stati così raggiunti: arricchire la formazione umana di dieci ragazzi e creare le condizioni per la circolazione delle esperienze positive; provocare un effetto “domino” di riflessione e maturazione.
I ragazzi hanno saputo condurre l’esperienza alla grande: anche nei momenti più gravi e terribili, al cospetto della morte e delle malattie più gravi che affliggevano bambini appena nati, adolescenti e persone mature, hanno saputo conservare la calma, la serenità e regalare a tutti parole di conforto, sorrisi di solidarietà e momenti di dolcezza.
Il contributo di assistenza e sostegno della nunziatura e di Mons. Nicola Girasoli in particolare è stato determinante e fondamentale per la riuscita del Progetto. Ci siamo sentiti al sicuro e tutelati in ogni momento, dal punto di vista logistico e di orientamento della iniziativa (ogni sera a cena facevamo il punto della giornata e del progetto). Le escursioni turistiche, splendidamente organizzate, hanno anche avuto la funzione di evitare la forte concentrazione di attenzione ed emozioni su temi così drammatici ed alleggerire il peso dell’esperienza, consentire di “respirare” per riprendere l’attività di volontariato.
Per tutti noi l’orgoglio di aver fatto questo come scuola per lanciare un messaggio di fiducia nei giovani e di speranza che il mondo possa cambiare.
Sicuramente le giornate di lavoro hanno arricchito la crescita e riempito di entusiasmo i dieci protagonisti; ma l’Africa ha bisogno di tanti e ben altri aiuti, perchè la strada del progresso e’ lunghissima e faticosa. In questo senso il Progetto UN MONDO DI BENE resta come programma aperto e come paradigma di altri impegni per la scuola e fuori della scuola.
Al di la’ di rituali forme o burocratiche prassi, va sottolineato che la missione oggi si può considerare compiuta grazie al contributo di quanti ci hanno creduto ed hanno investito in essa. Innanzitutto Sua Eccellenza Monsignor Nicola Girasoli, Nunzio Apostolico di Zambia e Malawi, che ci ha letteralmente aperto la nunziatura ed ha organizzato le sistemazioni nei diversi progetti, gli incontri ed i viaggi per l’intero periodo, con una disponibilità eccezionale. Un sentito grazie ai nostri sostenitori (il cui elenco e’ stato inserito nei comunicati precedenti e che qui ancora ribadiamo) sponsor dell’iniziativa che con il loro contributo hanno alleggerito i costi della missione; alla Regione Puglia, per il patrocinio offerto; ai genitori dei ragazzi che hanno incoraggiato e sostenuto l’iniziativa.
Il ringraziamento piu’ caloroso va inevitabilmente ai ragazzi (Luca, Davide, Claudio, Francesco, Anna, Mary 1, Mary 2, Annalisa, Valentina, Rosa) che hanno dispiegato entusiasmo ed altruismo, evidenziando anche la capacità di essere protagonisti positivi di solidarietà e bontà e sviluppando, nel contempo, uno splendido spirito di gruppo. Un particolare riconoscimento a Mary Rutigliano, capo redattore dei “documenti allegati”, impegnata fino a tarda notte per l’aggiornamento della “Corrispondenza da Lusaka” (selezione foto fra mille scatti, sistemazione nel formato idoneo, elaborazione dei commenti, immissione nel sito ecc.)
Ci piace concludere con le impressioni di Mary Caldarola, a proposito dello sguardo dei bambini: “Si crede che lo sguardo rappresenti lo specchio dell’anima ed in questa esperienza abbiamo potuto constatarlo in maniera molto profonda. Lo sguardo dei bambini implorava aiuto … speranza …; speranza che qualcuno li potesse salvarli in un modo o nell’altro …! Per loro rappresentavamo un’ancora di salvezza. Ci chiedevano di non abbandonarli, di restare, ma non abbiamo potuto soddisfare il loro desiderio più grande … solo abbiamo potuto loro regalare qualche sorriso in più. E per quanto possa sembrare qualcosa di banale e scontato, ognuno di noi oggi porta con sè un tenero ricordo. Magari non sarà stato quel sorriso in più a migliorare le loro condizioni di vita ma almeno saremo riusciti ad alleviare piccoli dolori in alcuni minuti della loro vita. Nonostante la loro pessima condizione in cui sono costretti a vivere riescono a farti sentire davvero importante”.
Complimenti a tutti e... il Progetto continua. Vi invitiamo alla presentazione del Progetto, con immagini e testimonianze dirette, che intendiamo proporre, il 28 settembre, nel nostro auditorium alla presenza del nunzio apostolico Mons. Nicola Girasoli.
Ruvo di Puglia, 11.09.2007


Il Dirigente Scolastico
(Prof. Biagio Pellegrini)